DOTT. MARCO PALUMBO
Psicologo - Psicoterapeuta
Che cos'è la Psicoterapia?
La Psicoterapia è un percorso di trattamento dei disturbi psicologici, il cui scopo è la cura degli stessi e il benessere della persona.
Si realizza attraverso incontri strutturati con un professionista Psicoterapeuta. L'obiettivo delle psicoterapie è alleviare il malessere percepito ed aiutare le persone a vivere meglio.
Esistono molti approcci psicoterapeutici, tuttavia, solo alcuni sono stati sottoposti a sperimentazione scientifica e hanno dato prove d'efficacia. L'approccio Cognitivo Comportamentale è stato inserito nelle linee guida nazionali ed internazionali per via risultati ottenuti nel trattamento di molti disturbi psicologici.
Numerose ricerche scientifiche dimostrano che la Psicoterapia Cognitivo Comportamentale è più efficace del solo trattamento farmacologico nel risolvere le problematiche di ansia e depressione e che i risultati vengono mantenuti più a lungo nel tempo.
Che cos'è la Psicoterapia Cognitivo Comportamentale?
La Psicoterapia Cognitivo Comportamentale descrive il disagio psicologico come un'interazione disfunzionale tra pensieri, emozioni e comportamenti. Gli eventi e la realtà intorno a noi influenzano le emozioni, ma sono i pensieri che fanno sì che un'emozione si converta da funzionale a disfunzionale.
Un disturbo psicologico si presenta quando pensieri ed emozioni disfunzionali si ripetono per troppo tempo. Davanti a questa sofferenza ognuno di noi struttura nel tempo strategie e tecniche per gestirla, che spesso si rivelano efficaci nel breve periodo, ma dannose nel medio - lungo periodo per la salute socio-psico-fisiologica.
Questi "schemi" appresi possono cronicizzare o addirittura rinforzare il disagio psicologico poichè, nel tempo, diventano automatici e la persona che li mette in atto non ne è pienamente consapevole.
Come agisce la Psicoterapia Cognitivo Comportamentale?
La Psicoterapia Cognitivo Comportamentale innanzitutto agisce attivamente sulla consapevolezza del paziente e sulla capacità di identificare e modificare i suoi pensieri disfunzionali, con lo scopo di ridurre l'intensità delle emozioni dolorose. Stimola, inoltre, una comprensione delle caratteristiche, del funzionamento e dell'attivazione degli schemi automatici, aiutando il paziente a raggiungere i propri scopi personali e pertanto un maggiore benessere.
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Come imposto i percorsi di Psicoterapia?
Nel primo colloquio valuto le problematiche e la richiesta che il paziente mi porta. Successivamente, discuto insieme al paziente rispetto a che obiettivo (o obiettivi) condivisi possiamo darci per il percorso.
Possono esserci obiettivi a breve termine (es. "vorrei riuscire a gestire maggiormente i sintomi ansiosi") o obiettivi più a lungo termine (es. "vorrei imparare a lasciarmi andare maggiormente nelle relazioni").
Stabiliti gli obiettivi, la seconda fase, normalmente è anamnestica, di assesment, autonarrativa e quindi diagnostica.
Questa fase è fondamentale per capire come si manifestano nel presente le problematiche, perchè si sono cronicizzate nel tempo, da dove arrivano e che esperienze hanno contribuito a strutturarle.
Questo lavoro contribuisce a stilare una formulazione del caso clinico condivisa, aiuta il paziente ad avere consapevolezza e conoscenza del suo funzionamento psicologico e apre la porta alla terza fase: il trattamento.
Nella fase di trattamento, il paziente raggiunge una comprensione maggiore dei meccanismi disfunzionali che mette in atto e quali sono i motivi per cui soffre.
In questo momento del percorso, quindi, propongo al paziente un progetto terapeutico nel quale vengono stabiliti obiettivi concreti (importanti per il paziente e per le sue aspettative) e strategie, tecniche e modalità per raggiungerli.
In ogni fase rimane fondamentale l'attenzione alla relazione terapeutica, la quale viene costruita con empatia e atteggiamento non giudicante.
All'interno di una matrice Cognitivo Comportamentale è importante che la relazione si mantenga a livello paritetico, per favorire, sia nel terapeuta sia nel paziente, un atteggiamento di cooperazione, necessario per il raggiungimento degli obiettivi condivisi.
Che tecniche utilizzo?
L'approccio Cognitivo Comportamentale si avvale di molte tecniche che hanno l'obiettivo di modificare pensieri, emozioni e comportamenti disfunzionali (ABC, Ristrutturazione Cognitiva, Laddering, Dialogo Socratico, Role Playing...).
Oltre a queste tecniche che si utilizzano parallelamente in ogni terapia, il paradigma Cognitivo Comportamentale si avvale di protocolli e linee guida condivise a livello internazionale, scientificamente provate, per il trattamento specifico di ciascun disturbo.
Un'altra caratteristica fondamentale dell'approccio Cognitivo Comportamentale sono i compiti a casa. Svolgendo i compiti tra una seduta e l'altra il paziente sperimenterà attivamente la possibilità di cambiare aumentando il senso di autoefficacia. I compiti possono essere di vario tipo: monitoraggio di un'emozione o di uno stato mentale, esposizioni a situazioni temute, esperimenti comportamentali, scrittura di diari di pensieri, lettura di materiale psicoeducativo...
... e oltre all'approccio Cognitivo Comportamentale?
Integro i miei interventi a matrice Cognitivo Comportamentale con tecniche e strategie provenienti anche da altri approcci: EMDR e Teoria della Dissociazione Strutturale.
Per informazioni sulle mie aree di competenza:
Che cos'è L'EMDR?
L’EMDR (dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) è un approccio terapeutico utilizzato per il trattamento del trauma, di problematiche legate allo stress, di situazioni stressanti dal punto di vista emotivo e relazionale.
L’EMDR si focalizza sul ricordo dell’esperienza dolorosa ed è una metodologia completa che utilizza i movimenti oculari, o altre forme di stimolazione alternata, per rielaborare esperienze traumatiche o particolarmente stressanti dal punto di vista emotivo.
Dopo poche sedute di EMDR, i ricordi disturbanti si desensibilizzano, perdono il loro impatto negativo sull'emozioni. Il cambiamento è rapido, indipendentemente dagli anni che sono passati, l'immagine cambia nei contenuti e nella sua presentazione, i pensieri disturbanti in genere si alleviano o scompaiono, diventando più funzionali e terapeutici e le emozioni e le sensazioni si abbassano di intensità.
L’elaborazione dell’esperienza traumatica che avviene con l’EMDR permette al paziente di cambiare prospettiva, modificando i pensieri su di sé, integrando emozioni adeguate alla situazione oltre ad eliminare le reazioni fisiche.
Dal punto di vista clinico, dopo un trattamento con EMDR, in genere, il paziente non presenta più i sintomi del disturbo post-traumatico da stress (ricordi e pensieri intrusivi, evitamenti, iperarousal).
Si riesce a sentire che il ricordo del trauma fa veramente parte del passato ed è quindi possibile distaccarsi da esso. I pazienti riferiscono che, ripensando all’evento, lo vedono come un “ricordo lontano”, non più disturbante emotivamente.
Dopo l’EMDR il paziente ricorda ciò che è successo ma le immagini, prima traumatiche, sono totalmente integrate in una prospettiva più adattiva. L’esperienza è usata in modo utile e funzionale dall’individuo ed è integrata in uno schema cognitivo ed emotivo positivo.
Per ulteriori informazioni visita il sito: www.emdr.it
Che cos'è la Teoria della Dissociazione Strutturale?
La Teoria della Dissociazione Strutturale è stata descritta da Onno van der Hart, Ellert R.S. Nijenhuis e Kathy Steele a partire dagli anni '90.
Dolores Mosquera, del centro Intra-Tp, di La Coruña, lavora seguendo quest'approccio teorico e integrando tecniche specifiche per il trattamento del trauma.
Secondo questa teoria la personalità del sopravvissuto a un trauma si frammenta in parti:
- Una personalità apparentemente normale (ANP) che si incarica di svolgere le attività giornaliere (lavoro, relazioni e attività varie).
- La seconda è la personalità emotiva (EP) che rimane "incastrata" nel momento in cui si è subito il trauma. Questa personalità continua a cercare di difendere la persona dalle minacce Le vittime attraverso la dissociazione "staccano" la parte emotiva dalla parte apparentemente normale per condurre una vita "normale".
Come funziona il trattamento della Dissociazione Strutturale?
Il trattamento si sviluppa in 3 fasi e ha lo scopo di ridurre la dissociazione e aiutare le persone ad integrare stati mentali ed emotivi più adattivi.
- La prima fase è di stabilizzazione dei sintomi. In questa fase l'obiettivo è aumentare le risorse dell'ANP e dell'EP per aumentare il funzionamento quotidiano.
- La seconda fase è di trattamento delle memorie traumatiche e delle emozioni/cognizioni associate ad esse. L'obiettivo è alleviare la fobia delle memorie traumatiche fra le parti della personalità, in modo che la dissociazione strutturale non sia più una risorsa necessaria.
- La terza ed ultima fase è di integrazione delle esperienze traumatiche nel funzionamento quotidiano. Rappresenta la parte più ardua e difficile, poichè finalizzata all'accettazione degli eventi passati e all'abbandono di strategie disfunzionali.
Per maggiori informazioni: